La risposta è sì. In Europa, America e Asia, sono stati documentati casi di attacchi e uccisioni di cani da parte del lupo e con pochissime eccezioni (vedi sotto), possono considerarsi eventi rari (numero basso di cani uccisi annualmente), così come di lupi che si alimentano su carcasse di cane.

La gran parte degli attacchi è da attribuirsi a tre specifiche situazioni: 1) cani da caccia lasciati liberi o persi (spesso feriti) durante le battute di caccia in ambienti frequentati da lupi; 2) cani da compagnia lasciati incustoditi o alla catena nell’intorno dell’azienda/abitazione in ambienti rurali; 3) cani da protezione in difesa del bestiame.

Le ricerche per comprendere quali siano le motivazioni dietro a questi attacchi non sono ancora conclusive, ma sono probabilmente legate a meccanismi di difesa territoriale e/o competizione naturale tra canidi (i lupi avvertono i cani come una minaccia), ma anche alla ricerca di cibo. Inoltre, molti fattori possono contribuire a far si che dei lupi imparino a riconoscere un cane come preda (e quindi cibo) o che si trovi nelle condizioni di attaccare o difendersi: 1) assenza di prede naturali (in mancanza di altre risorse di cibo possono predare i domestici); 2) lupi confidenti che occupano territori antropizzati (con aumento delle occasioni d’interazioni con cani); 3) presenza di attrattivi che richiamano i lupi in contesti di copresenza con i cani (es.: carcasse di domestici, bestiame domestico, elevata concentrazione di prede selvatiche; i lupi sono attratti non dai cani, ma da altre risorse di cibo); 4) una gestione dei cani che aumenta le probabilità di incontro reciproco o che rende più vulnerabili i cani stessi (es. cani tenuti alla catena in aree di presenza di lupi, cani lasciati liberi durante le battute di caccia e cani da protezione e non lasciati vaganti).

Per quanto concerne l’Europa, soltanto in Spagna, Russia e Romania sono state documentate situazioni (ma che si contano sulle dita di una mano!) in cui cani costituiscono un cibo ricorrente nella dieta dei lupi, ma parliamo di ambienti totalmente alterati dall’uomo (aree con scarse prede selvatiche o situazioni in cui un branco di lupi si è stabilizzato vicino a piccole città). In Italia, negli ultimi 4-5 anni sono stati documentati dei casi nell’area dell’ Appennino tosco emiliano (in particolare nelle province di Reggio Emilia e Parma, ma più recentemente anche Modena, Forlì e Cesena), nel caso di cani da caccia durante le braccate al cinghiale o in aree di compresenza di aziende agricole, attrattivi (resti di carcasse o placente nei pressi delle aziende) e cani da compagnia e da lavoro (Wolf Appennine Centre, com. pers.).

Anche se il fenomeno è raro, il suo impatto emotivo (affezione da parte dei padroni) ed economico nel caso di cani da caccia e protezione) può essere di dimensioni importanti sul singolo proprietario e allevatore. Maggiore custodia dei cani da compagnia o da guardia e misure di protezione per i cani da caccia (collari GPS per rintracciare gli animali, attrezzatura di protezione, ecc.), possono contribuire a mitigare i conflitti.

Per saperne di più vedere la sezione “Riferimenti utili” ed in particolare le sezioni “Per saperne di più” e “Pubblicazioni” (Miti e Leggende: Lupi, cani e persone).

Miti e leggende